Lo scorso ottobre il Ministro dell'Interno Maroni, in uno dei suoi innumerevoli atti di “cattivismo”, emanò un decreto che prevede l'incremento da €80 a €200 della tassa richiesta per l'emissione, a decorrere dalla fine di gennaio 2012. Un incremento mirato a far cassa sulla pelle dei più deboli, senza peraltro offrire in controparte un miglioramento dei servizi amministrativi rivolti agli immigrati stessi, costretti a lunghe attese prima di vedersi emesso o rinnovato il permesso di soggiorno, talvolta a ridosso della sua scadenza. Si tratta dell'ennesima manifestazione di un atteggiamento vessatorio nei confronti dei cittadini extra-comunitari, a tutto vantaggio della Lega Nord, in grado di soddisfare gli appetiti razzisti del suo elettorato, e di quel blocco sociale che basa la propria fortuna sullo sfruttamento della manodopera immigrata, con lavoro non regolare o con forme di ricatto per giocare al ribasso; blocco che costituisce uno dei riferimenti di Lega Nord e PdL.
È di pochi giorni fa la notizia secondo cui i ministri Cancellieri e Riccardi, rispettivamente a capo dei dicasteri dell'Interno e della Cooperazione Internazionale, intendono rivedere il decreto del predecessore Maroni, mantenendo la tassa ai valori attuali e possibilmente introducendo una forma di progressività legata al reddito ed alla composizione del nucleo familiare. Dopo le riforme e le manovre lacrime e sangue, di cui il ministro Fornero ci ha fornito una dimostrazione in diretta TV (senza sangue, però, perché trasmessa in fascia protetta per i minori), che intaccheranno il tenore di vita di milioni di lavoratori dipendenti e di pensionati, l'Esecutivo guidato da Mario Monti mostra un lato umano, o semplicemente un barlume di buon senso, seppure al momento i due ministri di cui sopra si sono limitati ad un comunicato congiunto.
Ai plausi dei partiti di Centro-sinistra, del PD e del Terzo Polo hanno fatto da contraltare le levate di scudi, forse in taluni casi di circostanza, di PdL e Lega, cui si deve il decreto Maroni. Ad abbaiare più forte sono i parlamentari del Carroccio, in particolare gli ex ministri Marconi e Calderoli, che gridano allo scandalo, con argomentazioni talvolta risibili. Tra queste il fatto che l'importo della tassa sarebbe giustificato dalla complessità amministrativa connessa alle operazioni di rilascio del permesso di soggiorno, scordandosi che essa non è certo dovuta agli immigrati ma alla burocrazia borbonica prevista dalle norme a firma leghista. Per non esser da meno nella gara alla sparata più grossa della settimana, la deputata azzurra Bertolini ha rispolverato quel non-senso che passa sotto il termine di razzismo all'incontrario, secondo cui mantenere la tassa €80 rappresenterebbe una sorta di privilegio garantito agli immigrati a scapito degli italiani che, per contro, non godranno di sconti nel pagamento di bolli e tasse per pratiche amministrative. Come si suol dire: quando la lingua è più rapida del cervello; dal momento che per le medesime pratiche ciascun richiedente, cittadino italiano o straniero residente, paga il medesimo valore.
Se e quando in Italia esisteranno giornalisti al posto degli zerbini del potere, qualcuno chiederà agli “indignati” di Destra dove fossero quando con lo scudo fiscale si consentì ad evasori e delinquenti di pagare un misero 5% sui propri capitali mentre il cittadino onesto paga molto di più in imposte dirette o quando si fecero condoni, fiscali ed immobiliari, strizzando tutti gli occhi possibili ai “furbetti” che fanno dell'Italia quel Paese misero ed immiserito che è sotto gli occhi di tutti.
La notizia è stata riportata dai quotidiani, noi segnaliamo l'articolo apparso sul sito Stranieri in Italia:
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-tassa_sui_permessi._il_governo_da_rivedere_14364.html
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