venerdì 1 febbraio 2013

Giovanardi, il cristiano

Una persona orribile, altro non si può dire. Si professa cristiano, ma deve essere rimasto al vecchio testamento. Odia i diversi, da sempre ha raptus omofobici che in altre circostanze farebbero pensare a qualcosa da nascondere. E ha fatto del povero Cucchi il centro della sua ossessione per la droga. Era un drogato, di cosa ci sorprendiamo se muore. Beh, la sorpresa, a prescindere dai risultati del processo, è che una persona possa entra in carcere sano e ne esca morto, o, per fortuna nella maggior parte dei casi, solo malridotto. Perchè lo sanno anche le anime più semplici quello che succede in quelle 4 mura, botte da orbi, insulti, umiliazioni. Certo non sempre, ci mancherebbe pure. Ma Bolzaneto pare non aver insegnato davvero nulla. E il povero Aldrovandi nemmeno. 
A parte la carità cristiana che Giovanardi dovrebbe professare, per un rappresentante del popolo dovrebbe esistere almeno un senso democratico. E questo senso democratico dovrebbe obbligare tutti, ma proprio tutti, ad una battaglia di civiltà per un Paese in cui anche chi sbaglia paghi solo nella giusta proporzione. Basterebbe pensare alla Norvegia, dove Brevik si è presentato in tribunale il giorno dopo la strage assolutamente intonso, neanche sfiorato dai poliziotti. Da noi non è così. E questo soprattutto grazie agli incivili come Giovanardi che si rifiutano di far approvare il reato di tortura in Italia, forse nostalgici dei roghi in Campo de' Fiori. 
Giovanardi ha costruito una carriera politica sull'odio per il diverso e sulla negazione dei diritti altrui. Ilaria Cucchi, invece, andrà in Parlamento per far diventare l'Italia un paese più civile. 

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