Proponiamo di seguito il pezzo di Marco Travaglio uscito sul Fatto Quotidiano sulle strumentalizzazioni fatte da media, magistrati e partiti a danno di Antonio Ingroia e Rivoluzione Civile. Un pezzo che si riallaccia al nostro post dei carri armati schierati contro RC. Nessun nemico a sinistra, come si diceva una volta....
di Marco Travaglio
dal Fatto Quotidiano
Due giorni dopo il battibecco Boccassini-Ingroia sulla memoria di
Falcone, tutti hanno già dimenticato chi ha cominciato: la Boccassini,
col suo “vergognati” a Ingroia per un paragone mai fatto fra se stesso a
Falcone. Non è la prima volta che la valorosa pm perde la trebisonda
appena sente nominare l’amico ucciso. Il 25 maggio ’92, commemorandolo
al Palagiustizia di Milano subito dopo Capaci, puntò il dito su un
esterrefatto Gherardo Colombo: “Anche tu diffidavi di Giovanni, perché
sei andato al suo funerale?”. E ricordò che, a lei, Falcone telefonava
ogni giorno e le aveva confidato “l’ultima ingiustizia subita proprio
dai pm milanesi, che gli avevano mandato una rogatoria senza allegati.
Giovanni mi telefonò: ‘Che amarezza, non si fidano del direttore degli
Affari penali’”. In realtà il pool Mani Pulite di Falcone si fidava: non
si fidava di altri dirigenti del ministero, tipo Filippo Verde, poi
coinvolto nell’inchiesta Toghe Sporche della stessa Boccassini per
rapporti finanziari con Previti & C. Oggi tutti criticano Ingroia
per avere ricordato ciò che pensava Borsellino di lui e della
Boccassini, perché il giudice non può smentire né confermare. Ma nel ’92
la Boccassini fece la stessa cosa, svelando confidenze di Falcone
senz’altro vere, che però Falcone non poteva smentire né confermare. Ma
in fondo è una fortuna che quel “vergognati” sia toccato a Ingroia.
Immaginiamo se un qualunque pm, a tre settimane dalle elezioni, avesse
urlato “vergognati” a Berlusconi, Bersani, o Monti. Sarebbe finito sotto
ispezione e processo disciplinare, tv e giornali sarebbero pieni di
politici, editorialisti, Csm e Anm strepitanti contro i pm che fanno
politica e interferiscono nel voto. Invece niente, silenzio di tomba.
Anzi, la prova della politicizzazione dei pm è proprio Ingroia, pm in
aspettativa, e non il pm che l’ha insultato con la toga addosso. La
macchina del fango è, come sempre, trasversale. Severgnini Casco
d’Argento va dalla Bignardi e di chi parla? Di Ingroia, che “chiama la
sua lista Rivoluzione civile come se le altre fossero incivili”
(potrebbe aggiungere che il Pd si chiama Democratico come se gli altri
fossero tirannici, ma non l’aggiunge: “Renzi e Letta mi han chiesto di
candidarmi”, povera stella). Panorama accusa Ingroia di avere “sprecato
milioni di risorse dello Stato” per indagare sulla trattativa
Stato-mafia (avrebbe dovuto pagare di tasca sua). Il mèchato di Libero
lo accusa di “minacciare la Boccassini” e svela – intimo com’era di
Borsellino – che l’amico Paolo lo chiamava “gobbetto comunista”.
Repubblica intervista Grasso che, essendo candidato del Pd, gli insegna a
“non usare il ruolo di pm a fini politici”. Poi fa attaccare Ingroia da
un noto eroe dell’antimafia: Micciché, quello che voleva togliere i
nomi di Falcone e Borsellino dall’aeroporto Punta Raisi perché
allontanano i turisti. Il Corriere ricorda che “Falcone non partecipava a
convegni di folle osannanti” (è una balla, Falcone andava persino alle
Feste dell’Unità e al Costanzo Show, ma fa lo stesso). La Pravdina del
Pd, la fu Unità, con tutto quel che succede nel mondo e a Siena, apre la
prima pagina col titolo “Ingroia, scontro su Falcone”, lo accusa di
“antimafia elettorale” e di essere “un magistrato in prima linea” (si
ri-vergogni). Staino fa dire a Berlusconi: “Ma cosa vuole questo Ingroia
da noi? Tratta la Boccassini peggio di come la tratto io… si candida in
Lombardia per aiutarci a vincere… che si è messo in testa?”. Ma sì,
dai, Ingroia è pagato da B. (e pazienza se in Lombardia Ingroia appoggia
Ambrosoli mentre l’alleato Monti candida Albertini). Poi finalmente, a
pag. 11, un luminoso esempio da seguire: Ottaviano Del Turco. Per chi
non l’avesse ancora capito: nel paese governato da ladri, affaristi e
mignotte, il problema è Ingroia. Invece di nominare Falcone invano, vada
a rubare come tutti gli altri.
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