sabato 6 aprile 2013

Caso Abu Omar: l'ennesima vergogna di Napolitano

Non ci sono ormai più parole per descrivere il comportamento di Napolitano. Il suo settennato si sta chiudendo con i fuochi artificiali: dopo aver tentato di aggirare il Parlamento, dopo aver nominato saggi che non sapevano neanche loro cosa fare, dopo aver sostenuto che il governo Monti fosse in piena carica, ha deciso di sparare un altro colpo e concedere la grazia a Joseph Romano, militare americano condannato per il rapimento di Abu Omar. In quella circostanza la CIA prelevò illegalmente Abu Omar, un "estremista islamico", cittadino italiano, e lo portò in Egitto dove fu torturato dalla polizia locale nella speranza di ottenere informazioni su possibili atti di terrorismo.
Una pratica squallida che negli USA era stata decretata legale da una amministrazione, quella di Bush, che faceva a brandelli lo stato di diritto moderno, reintroducendo sotto mentite spoglia la tortura. E che, in Europa, dove l'estradizione momentanea a fino, appunto, di tortura, non era ammessa, prendeva la forma di rapimento. Insomma, due atti illegali in uno, con la sovranità dell'Italia violata, con agenti americani che facevano quello che volevano all'estero. Questa da sempre è stata la linea difensiva degli USA: non potete condannare i nostri uomini che non stavano facendo nulla di male, secondo la nostra legge. Un'idea di diritto assai bizzarra, come se per loro valesse un diritto speciale, superiore alle leggi locali. Un'idea, evidentemente, condivisa in pieno da Napolitano.
Non contento Napolitano si rifà anche al  momento storico. Le pratiche di rapimento e tortura erano ingiuste e illegittime ma, in fondo, c'è da capire lo stato d'animo degli americani, attaccati sul loro territorio. Insomma, contestualizziamo i crimini. La tortura non va bene, ma in alcune circostanze è, forse, comprensibile - chissà, magari lo era anche a Bolzaneto dove gli agenti di polizia carceraria erano sottoposti certo al grande stress psicologico dei giorni del g8.
Almeno così facciamo contento Obama. Un bell'atto di servilismo per ristabilire il nome dell'Italia nel mondo. Che questo avvenga graziando rapitori e parzialmente giustificando le pratiche di tortura, poco conta. Tanto si sa, in Italia la rule of law è una barzelletta.
Napolitano chiude così la sua carriera politica riscoprendo gli amori e gli ardori della sua gioventù, quando brindava ai militari sovietici che intervenivano in Ungheria. L'idea di diritto e di democrazia del Presidente è certamente coerente con quella di allora. La legge del più forte, la democrazia a sovranità limitata.

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