venerdì 12 agosto 2011

Match Point
Di Simone Rossi

SPECIALE LONDRA AGOSTO 2011

In un film di Woody Allen uscito alcuni anni fa, intitolato Match Point, il destino del protagonista, un giovane arrampicatore sociale che uccide l'amante per non perdere il proprio status, si gioca sulla traiettoria di un anello, prova incriminante che tocca un parapetto mentre egli tenta di gettare nel Tamigi: cadendo dal “lato giusto” l'anello è raccolto da un vagabondo che, alla fine, pagherà le colpe del protagonista. Questa crudele metafora mi pare esemplificativa della società in cui viviamo; la collocazione geografica e lo status sociale del grembo in cui un essere umano è concepito ne deciderà le sorti a venire, nonostante tanta retorica sulla meritocrazia e l'uguaglianza delle opportunità.

Dopo quattro giorni e tre notti di saccheggi, di guerriglia urbana e di incendi, la città di Londra sembra esser tornata alla normalità, mentre altrove gli strascichi delle rivolte sono continuati per alcune ore, causando la morte di tre giovani nei pressi di Birmingham. Alle dirette televisive degli scontri seguono le interviste ai rappresentanti nelle istituzioni ed i commenti su quotidiani, forum, network sociali. Finalmente, martedì mattina appaiono in televisione il Primo Ministro David Cameron ed il Sindaco dell'area metropolitana Boris Johnson, entrambi esponenti del partito dei Conservatori, tornati di fresco dalle loro vacanze all'estero, pronti a stringere mani ed a dispensare frasi ad effetto. Johnson, uno strenuo difensore dei tagli alla spesa pubblica fino al giorno prima e che ha già messo alla porta centinaia di dipendenti della Metropolitan Police dal 2008 ad oggi, ci fa sapere che in un tale momento i tagli alle forze di polizia sono dannosi; Cameron, dimentico del discorso pronunciato nel 2006 e conosciuto come Hug a Hoodie [letteralmente 'abbraccia un incappucciato', con riferimento alle felpe con il cappuccio tipicamente utilizzate dai giovani delle periferie] ha promesso che la polizia avrà la necessaria copertura legale (e politica) nei confronti di qualsiasi tipo di misura che sarà presa per assicurare alla giustizia i responsabili dei saccheggi e delle devastazioni, anche a scapito del rispetto dei diritti umani. Oltre all'inversione di cento ottanta gradi del sindaco in tema di tagli ed all'esibizione muscolare e retorica del capo dell'Esecutivo, non abbiamo udito, sinora, una parola che metta in discussione il modello sociale che ha costituito il brodo di coltura di questi incidenti, non una considerazione sulla necessità di mettere in atto politiche rivolte ai giovani delle aree marginali, per sottrarli al”fascino” delle bande di quartiere. Dall'opposizione Laburista si ode, invece, un assordante silenzio, rotto dalle dichiarazioni di alcuni esponenti come la deputata Diane Abbott, sfidante di Ed Milliband nella corsa alla Segreteria del partito, e di Ken Livingston, già Sindaco della capitale e probabile candidato laburista alle amministrative del prossimo anno, che hanno messo in luce quali siano le cause sociali e politiche in cui prosperano le gang, chiamando le forze di governo ad assumersi le proprie responsabilità.

Toni non molto differenti da quelli dei leader di partito si riscontrano nelle interviste e nei commenti rilasciati dai cittadini ai mezzi di informazione o in Rete, nei forum di discussione e nei commenti agli articoli dei quotidiani. Al comprensibile e giustificato desiderio di inquadrare gli eventi degli scorsi giorni per per ciò che sono stati, atti di vandalismo e di criminalità, troppo spesso subentra il disperato tentativo di rimuovere qualsiasi connotato alla rivolta, negando il contesto di degrado, povertà ed alienazione da cui provengono molti dei rivoltosi; in tal senso assumono tonalità preoccupanti i richiami di alcuni cittadini alla questione razziale, a dispetto della varietà etnica dei moti, e lo sforzo di dipingere gli abitanti delle aree marginali come dei fannulloni, dipendenti dai sussidi, parassiti. A riportarci sul piano della realtà ed a richiamare i cittadini all'empatia sono alcuni operatori sociali intervistati dalla BBC ed alcuni cittadini che spiegano nei forum cosa significhi esser nato al limite del parapetto e come sia facile scivolare dal lato sbagliato e finire in una spirale di violenza e di delinquenza. Parole che una parte della cittadinanza, per convenienza o per ottusità, sembra non comprendere, così come paiono esser rimbalzate via da una classe dirigente figlia dell'alta borghesia, poco avvezza alla quotidianità del cittadino comune e, lapalissiano quanto ignorato dai più, inadatta a guidare il Paese in una fase critica e delicata come quella che stiamo attraversando. Il rischio è che a pagare l'inadeguatezza della classe dominante siano nuovamente i cittadini comuni, in particolare i più poveri, con un incremento della tensione sociale, della criminalità e la sempre più frequente esplosione di una rabbia incontrollata, unita al desiderio di rivalsa.

2 commenti:

  1. Apro una piccola riflessione, lo faccio qui, nell'articolo di Simone perché è il più visibile al momento, ma potrei aggiungerla a qualsiasi pezzo pubblicato finora.
    Storicamente credo si possa dire che il popolo inglese abbia sempre dimostrato un modo di dirimere qualsiasi controversia più incline allo scontro che alla mediazione. Se ripassiamo certe epoche storiche vediamo che lí le lotte (e le botte)intestine sono sempre state sanguinose, mentre in altre parti d'Europa, negli stessi periodo storici, era più spesso la finissima opera della diplomazia a prevalere ed evitare le guerre.
    In questi giorni ho pensato che forse questa caratteristica (questione di genetica?) si è mantenuta inalterata nel corso dei secoli ed impregna la società inglese indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle, dalla religione. Ovviamente sulle cause prossime di questo concreto scoppio di violenza descritte sia da Simone che da Nicola non ci piove; il mio è un tentativo di trovare una spiegazione ai comportamenti violenti che spessissimo manifestano i britannici (tutti rigorosamente bianchi)in questo Paese.Ecco la foto del giorno, da Lloret de Mar, dopo la classica e quasi quotidiana -almeno in estate- battaglia campale tra turisti inglesi ubriachi e polizia spagnola (catalana, in questo caso):
    http://www.elpais.com/fotografia/espana/joven/duerme/contenedor/basura/Lloret/Mar/elpfotnac/20110812elpepinac_2/Ies/

    Monica

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  2. Ciao vi consiglio su Londra anche questi articoli http://informazioneconsapevole.blogspot.com/2011/08/londra-bruciala-criminalizzazione-del.html ,http://informazioneconsapevole.blogspot.com/2011/08/la-rivolta-inglesele-causela-resistenza.html,http://bellaciao.org/it/spip.php?article29640 , http://informazioneconsapevole.blogspot.com/2011/08/rivolta-di-londraa-chi-interessa.html ,

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