Gli ultimi dati sono semplicemente folli. In Grecia i disoccupati sono il 27% della popolazione. In Portogallo nuova impennata, e siamo già al 17.7%. Ma anche in Italia le cose non vanno bene e solo per il 2013 si parla di oltre 600 mila posti di lavoro a rischio. Va ancora peggio per la generazione perduta - manco parlassimo di America Latina negli anni 80: 64.4% di disoccupazione giovanile in Grecia, 57 in Spagna, 38% in Italia e Portogallo.
Insomma, un disastro sociale. Eppure davanti a tutto questo continua il silenzio tombale dei governi, dell'Europa, preoccupati delle "riforme", ma ancora legati a doppio filo alla balzana idee dei conti in ordine proprio quando, invece, si dovrebbe cominciare a spendere, e parecchio, per bloccare la spirale della recessione, per aumentare l'occupazione, per voltare pagina. I numeri, evidentemente, contano solo quando si parla di spread.
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