Ma non per imparare, anzi, per insegnare e farsi un pò di pubblicità gratis. Allucinante. Questo l'articolo del Fatto Quotidiano che riporta l'ennesimo favore fatto alle banche....
di Daniele Gessa
A scuola di finanza grazie alle banche, che potranno entrare negli istituti primari e secondari del
Regno Unito
grazie a una nuova direttiva che sarà applicata al sistema educativo
britannico a partire dal settembre del 2014. E le banche, proprio quelle
responsabili, nell’ultimo decennio, della vendita di titoli tossici e
di prodotti finanziari non proprio etici, potranno così mandare degli
esperti, che saranno equiparati in tutto e per tutto agli
insegnanti, nelle scuole di Sua Maestà. La notizia arriva dal
Financial Times,
il principale quotidiano economico del Regno Unito e uno dei più
influenti al mondo, che ha riportato la battaglia per la quale, nel
parlamento di
Westminster, si è formato il più grande
gruppo di deputati, al di là dell’appartenenza politica. Ben 225
parlamentari che si riuniscono nel palazzo sotto il
Big Ben, infatti, hanno fondato il gruppo
Financial education for young people.
E, grazie alla loro opera di lobby, sono riusciti a far inserire questo cambiamento epocale all’interno del
curriculum scolastico dei giovani britannici. Non che le banche, fino ad ora, siano state assenti dalle scuole del regno. Istituti di credito come
Lloyds,
Royal Bank of Scotland e
Barclays
hanno, già da anni, tenuto lezioni e portato avanti programmi di
gestione del risparmio. Ma è la prima volta che la pratica viene
istituzionalizzata e soprattutto è la prima volta che potranno parlare
apertamente di finanza. Una nuova materia, quindi, che deputati e altri
politici vogliono associata alla matematica. E una nuova materia che
spaventa in molti, soprattutto insegnanti e sindacalisti del settore
dell’educazione.
Sempre intervistata dal
Financial Times,
Christine Blower,
segretario generale del Nut, il principale sindacato degli insegnanti
del Paese, ha detto: “Docenti e genitori devono stare sempre attenti
quando si intrecciano rapporti con colossi commerciali. I bambini non
dovrebbero essere esposti, a un’età in cui si è facilmente
impressionabili, a compagnie private desiderose di lasciare un’impronta
negli istituti scolastici”. Perché qui sta il punto: alle banche sarà
infatti concesso di usare brand e
loghi commerciali, di parlare dei loro prodotti, finanziari e non, e di fare quindi pubblicità in modo aperto e quasi gratuito.
The Personal Finance education group,
un’associazione per la promozione della finanza, cerca di mettere una
pezza: “La nostra indipendenza ci porterà a non promuovere prodotti di
singole banche”. Ma questo gruppo è solo uno dei tanti che, assieme agli
istituti di credito, sarà autorizzato a entrare nelle scuole, nulla
quindi si può ancora dire sull’operato delle grandi banche.
Royal Bank of Scotland e
NatWest, negli ultimi 18 anni, hanno spiegato a oltre 1.200 bambini che cosa voglia dire gestire il proprio denaro.
Santander
è entrata negli istituti per raccontare il ruolo delle banche nella
società. Barclays invece si è occupata di studenti più in là con gli
anni, dai 16 ai 25. Ma ora, appunto, la svolta “finanziaria”. Che cosa
spiegheranno mai dei titoli tossici e del crollo dei mercati mondiali
del 2008? O dei titoli di Stato o dei paradisi fiscali? Questi e altri
dubbi, ora, stanno iniziando a tormentare insegnanti e genitori,
nonostante il
Centre for Economic and Business Research,
un gruppo di studio, abbia da poco identificato in 3,4 miliardi di
sterline all’anno il danno all’economia britannica dovuto alla mancanza
di educazione finanziaria. Ma, dall’altro lato, c’è pure Which?,
un’associazione per la difesa dei consumatori, che non molti mesi fa ha
pubblicato uno studio dalla conclusione semplice e scontata, quanto
spiazzante allo stesso tempo: “Chi lavora in banca è ancora guidato
dall’ossessione delle vendite, piuttosto che dallo spirito di servizio”,
hanno scritto gli esperti del gruppo d’azione.
fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/10/regno-unito-ore-banche-potranno-insegnere-finanza-a-scuola/
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